Avremo un futuro di qualità?

Questa è la domanda che mi pongo e che dovrebbero porsi in modo particolare i giovani, certo è che partendo dai seguenti fattori di criticità:

  • la popolazione mondiale continua a crescere,
  • la ricchezza mondiale appartiene ad una minoranza sempre più ridotta,
  • l’automazione sostituirà l’uomo nel lavoro fisico e l’intelligenza artificiale anche in quello intellettuale,

c’è poco da stare tranquilli, soprattutto considerando che le soluzioni proposte dall’attuale sistema socioeconomico, vanno esattamente nella direzione di esasperare queste criticità.

Analizziamole una per una.

Popolazione mondiale

Nell’agosto 2016 la popolazione mondiale ammontava a circa 7,45 miliardi di persone, l’Onu prevede che nell’anno 2030 sul nostro pianeta ci saranno circa 8,5 miliardi di abitanti.

Il nostro sistema socioeconomico basato sulla crescita del PIL segnala come negativo il raggiungimento dell’equilibrio demografico, perché non tiene conto della limitatezza delle risorse, fatto quest’ultimo di una criticità devastante.

Lo scorso anno siamo già arrivati ad esaurire le risorse rinnovabili del nostro pianeta ad agosto, cioè da agosto il sistema socioeconomico mondiale ha cominciato ad utilizzare le risorse di quest’anno e ciò con gran parte della popolazione mondiale intorno o sotto la soglia della povertà, perché altrimenti saremmo arrivati a terminarle anche prima!

In altri termini ogni anno abbiamo bisogno di quasi una Terra e mezza e quindi gli anni successivi avremo a disposizione sempre meno risorse.

Se non raggiungiamo l’equilibrio fra non molto ci sarà la lotta per l’accaparramento delle ultime risorse disponibili, tutto esasperato dall’inquinamento e dal cambiamento climatico che questo sovrasfruttamento provoca come gravi effetti collaterali.

Purtroppo continuiamo a far finta di niente, ma i segnali sono evidentissimi. Dovremmo virare rapidamente verso l’economia circolare e della condivisione, ma non è facile far comprendere alla gente un passaggio culturale così grande, quando è preoccupata dell’oggi e vota Trump che promette esattamente il contrario, continuare a consumare le risorse oggi a scapito delle future generazioni.

Ricchezza

La ricchezza mondiale non può crescere indefinitamente, lo stiamo osservando con la stagnazione dell’occidente, ma anche con il rallentamento dell’economie emergenti. I mercati si saturano e la ricchezza si concentra sempre più in meno mani e i proprietari di queste non sono disponibili a politiche di forte redistribuzione del reddito e diventano sempre più influenti nelle scelte politiche.

Il ceto medio s’impoverisce e perde fiducia nel futuro, divenendo facile preda di movimenti populisti, che o non sono in grado di fare scelte illuminate oppure tendono alla chiusura e alla contrapposizione, generando forti tensioni tra le nazioni, vedi la tendenza alla disgregazione della Comunità europea, non a caso Trump ha iniziato ad incontrare la Gran Bretagna esaltandone la Brexit, il segnale è: se uscite dall’Europa fate affari con gli USA, quello che non dice è: se uscite dall’Europa vi controllo meglio uno per uno!

Anche in questo caso bisogna trovare la via per una rapida transizione verso un’economia al servizio dell’uomo e non del capitale, una rivoluzione culturale, che deve passare necessariamente in primis per una crescita qualitativa immediata dei ceti meno ricchi.

Automazione

La strada è tracciata, il progresso tecnologico volenti o nolenti va avanti, gli investimenti in automazione e intelligenza artificiale sono massicci, ma sempre nell’ottica del profitto, la politica deve essere in grado di dirottarli verso il benessere collettivo.

In un futuro molto prossimo, sempre se riusciremo ad arrivarci, a livello mondiale non ci sarà bisogno più di quasi un miliardo di posti di lavoro, cosa far fare allora a tutta questa gente, che vista la tendenza alla crescita della popolazione sarà sempre di più?

Non tutti avranno voglia e/o capacità di impegnarsi in percorsi formativi impegnativi, molti  potranno essere disponibili solo in attività di profilo medio basso, come far fronte a tutta questa massa di disoccupati?

Cambiando paradigma, tornando alla collettività piuttosto che all’individualismo, il Mondo per andare avanti verso un miglioramento della qualità della vita, ha bisogno di più disponibilità delle persone in grandi progetti sociali, dobbiamo investire in una nuova filosofia di “lavoro socialmente utile”, di “impegno civile”.

Gli Stati devono predisporre grandi progetti di “lavoro socialmente utile”, dove impegnare tutta questa grande massa di umanità che non trova più collocazione nel mondo del lavoro classico, ma chi entra in questi progetti deve sentirsi parte di un sistema virtuoso e fondamentale per la vita sociale, perché così è, e non sentirsi un assistito, questa è la scommessa.

Solo togliendo dalla disperazione e dalla frustrazione questa gente sarà possibile vincere i populismi e sperare di potere effettuare questa rivoluzione culturale verso una società della qualità, verso un Mondo finalmente libero dalla tirannia dell’economia.

In fondo l’Umanità è passata dalla schiavitù alla servitù e dalla servitù alla dipendenza, ma fondamentalmente non ha mai avuto veramente la gestione del proprio tempo e delle proprie aspirazioni, è giunta l’ora di provare a creare un sistema dove la gran parte del tempo di ciascun uomo sia a sua disposizione in cambio di un adeguato impegno civile e sociale.

Conclusioni

Certamente c’è bisogno di approfondire ed è chiaro che il Mondo ormai è un sistema unico interconnesso, che l’agire su una criticità ha effetti anche sulle altre e che tutto questo rende lo sforzo di analisi e di sintesi complesso e complicato, ma sicuramente non possiamo pensare di risolvere queste problematiche con le solite teorie, servono nuove idee!

Qualche spunto, comunque, qualche idea l’ho fissata, nell’analizzare le tre criticità: transitare prima possibile verso un sistema circolare centrato sull’uomo e non sul capitale, che produce ciò che è necessario alla vita di qualità, e sviluppare un grande piano di “lavoro socialmente utile e impegno civile”, che renda l’individuo soggetto attivo e fondamentale per la qualità della vita di se stesso e di tutti coloro che fanno parte della sua collettività.

Come arrivare all’obiettivo? Partendo dal locale, ma ne parleremo in un prossimo articolo.

Avremo un futuro di qualità?ultima modifica: 2017-01-29T13:04:45+01:00da domenico_barone6
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