La società post-lavoro

mia traduzione da un articolo pubblicato su:

 Il 9 marzo 2016 mattina tutti gli occhi erano puntati su due uomini che giocavano al popolare gioco da tavolo cinese ‘Go’, in Corea del Sud. Un’attività frenetica sui media e su Twitter ha annunciato la vittoria dell’algoritmo AlphaGo di Google Deep Mind (con l’aiuto di un essere umano solo per posizionare i suoi pezzi sulla scacchiera), sul campione del mondo di Go, Lee Sedol, nella prima di una serie al meglio di cinque partite.
 Per quale motivo tutto questo trambusto? Nella antico gioco cinese del Go, “ci sono più posizioni possibili Go che atomi nell’universo“. I giocatori professionisti per vincere la partita si basano tanto sulla loro intuizione, quanto sulla strategia. Ciò significa che un computer non può semplicemente essere programmato per considerare tutte le possibili mosse e le loro conseguenze, prima di farne una sua volta.
Si tratta di un importante passo avanti nel campo dell’intelligenza artificiale (AI) e suggerisce che essa è ad uno stato molto più avanzato di quanto molti prevedevano.

Ma è davvero la prova dei progressi tecnologici di cui tanti hanno paura? Ed è questo un ulteriore passo problematico verso l’automazione di posti di lavoro sempre più sofisticati?

Ebbene, alcuni stanno già sottolineando che l’automazione di molti degli attuali posti di lavoro dovrebbe in realtà essere auspicabile, piuttosto che problematico.

Un’onda emergente di post-capitalisti dice che i progressi nel campo della robotica, dell’intelligenza artificiale e della potenza di calcolo devono essere accolti, perché si deve andare verso una società post-lavoro.

Come potrebbe essere una società post-lavoro?

Aaron Bastani di Novara Media propone una visione di una società post-lavoro di cui abbiamo il controllo collettivo attraverso le nostre macchine high-tech, e dove siamo liberi di vivere una vita di svago e di lusso.

Mentre Paul Mason ha definito una visione di un post-capitalismo in cui l’economia è costituita da cooperative e spazi online autogestiti, il sistema finanziario globale è socializzato, e il lavoro è ridotto al minimo.

Alex Williams e Nick Srníček hanno proposto un manifesto per un futuro ad alta tecnologia libero dal lavoro. Essi chiedono ai governi di accelerare la transizione verso un’economia completamente automatizzata, fornendo allo stesso tempo un reddito di base universale e l’abbandono dell’etica del lavoro.

 Il risultato Go di oggi suggerisce che i nostri responsabili politici devono iniziare ad impegnarsi con le sfide che questi post-capitalisti hanno identificato. Ad esempio, come possiamo garantire che l’innovazione tecnologica non porti alla disoccupazione di massa e a una rapida accelerazione nella disuguaglianza e nella concentrazione del potere? E come possiamo sfruttare i progressi tecnologici per riconfigurare il nostro sistema economico a vantaggio di tutti?

 

La risposta fin ora

Fino ad oggi, la maggior parte dei politici sono rimasti muti sul tema di come affrontare la disoccupazione tecnologica, o al massimo, hanno semplicemente suggerito genericamente la ri-formazione e la ri-qualificazione della forza lavoro.

 Alcune aziende potrebbero senza dubbio favorire questo approccio verso il cambiamento radicale del sistema economico, in grado di trasformare le dinamiche di potere esistenti sulla loro testa. Mentre per i partiti politici e i sindacati, abbandonare l’ideale del pieno impiego, richiederebbe un importante cambiamento nel modo di pensare, e alcuni di loro non sono pronti ancora a farlo.

Non è chiaro cosa riserverà il futuro, e sorvoliamo su quali saranno le risposte. Ma una cosa è evidente: finché Google Deep Mind e gli altri concorrenti continueranno a spingere su i confini del futuro del lavoro, i responsabili politici dovranno necessariamente cominciare avere il polso della situazione, e prepararsi con nuove idee su come la società potrà prosperare in questo prossimo futuro.

La società post-lavoroultima modifica: 2016-03-21T23:09:33+01:00da domenico_barone6
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