mia traduzione da un articolo pubblicato su:
Ma è davvero la prova dei progressi tecnologici di cui tanti hanno paura? Ed è questo un ulteriore passo problematico verso l’automazione di posti di lavoro sempre più sofisticati?
Ebbene, alcuni stanno già sottolineando che l’automazione di molti degli attuali posti di lavoro dovrebbe in realtà essere auspicabile, piuttosto che problematico.
Un’onda emergente di post-capitalisti dice che i progressi nel campo della robotica, dell’intelligenza artificiale e della potenza di calcolo devono essere accolti, perché si deve andare verso una società post-lavoro.
Come potrebbe essere una società post-lavoro?
Aaron Bastani di Novara Media propone una visione di una società post-lavoro di cui abbiamo il controllo collettivo attraverso le nostre macchine high-tech, e dove siamo liberi di vivere una vita di svago e di lusso.
Mentre Paul Mason ha definito una visione di un post-capitalismo in cui l’economia è costituita da cooperative e spazi online autogestiti, il sistema finanziario globale è socializzato, e il lavoro è ridotto al minimo.
Alex Williams e Nick Srníček hanno proposto un manifesto per un futuro ad alta tecnologia libero dal lavoro. Essi chiedono ai governi di accelerare la transizione verso un’economia completamente automatizzata, fornendo allo stesso tempo un reddito di base universale e l’abbandono dell’etica del lavoro.
Fino ad oggi, la maggior parte dei politici sono rimasti muti sul tema di come affrontare la disoccupazione tecnologica, o al massimo, hanno semplicemente suggerito genericamente la ri-formazione e la ri-qualificazione della forza lavoro.
Non è chiaro cosa riserverà il futuro, e sorvoliamo su quali saranno le risposte. Ma una cosa è evidente: finché Google Deep Mind e gli altri concorrenti continueranno a spingere su i confini del futuro del lavoro, i responsabili politici dovranno necessariamente cominciare avere il polso della situazione, e prepararsi con nuove idee su come la società potrà prosperare in questo prossimo futuro.