Riflessioni post covid19 – parte 1

Ma davvero vogliamo costringere milioni di persone a tornare a riempire di automobili le strade delle nostre città o ad accalcarsi in treni, autobus e metropolitane, per farle andare in un ufficio a svolgere un’attività che possono fare tranquillamente, efficientemente e produttivamente a casa loro?

Ma davvero i manager potranno ancora giustificare i costi fissi di milioni di uffici?

Ma soprattutto sarà ancora possibile nascondere i grandissimi danni e i relativi costi di questa ormai dimostrata inutile modalità di intendere il lavoro di ufficio; penso ai costi ambientali e sanitari, mai veramente approfonditi e quantificati, ma anche ai costi, questi li conosciamo bene, di manutenzione delle strade e del sistema pubblico di trasporto?

Ci sono molte grandi aziende e pubbliche amministrazioni che hanno palazzi interi dedicati ad uffici con costi enormi di gestione, l’esperimento forzato che la pandemia ci ha costretto a fare, ha dimostrato che questi uffici possono essere ridotti ad un terzo e modificati in luoghi di incontro più che luoghi fissi di lavoro. Il risparmio potrà aiutare a mitigare gli effetti negativi provocati dalla pandemia o potrebbe essere destinato a finanziare progetti innovativi di solidarietà sociale. Ma soprattutto si eviterebbe di sprecare tantissima energia in condizionamento climatico, illuminazione di ambienti e alimentazione di apparecchiature; ciò unito alla riduzione dei consumi per la mobilità e alla riduzione dello smog, apporterebbe enormi vantaggi ambientali, riuscendo così finalmente a raggiungere gli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico. Per non parlare dei grandi vantaggi sociali che il lavoro da casa permetterebbe in termini di cure parentali e assistenza agli invalidi e agli anziani, recuperando la tanto auspicata dimensione familiare e la conciliazione casa-lavoro.

Vi pare poco tutto questo!

Qualcuno potrebbe obiettare il rovescio della medaglia, cioè il crollo dei consumi petroliferi, con conseguenti ripercussioni sui delicati equilibri geopolitici, ma forse è proprio arrivato il momento di chiuderla questa era del petrolio, invece di rimandarla a un prossimo futuro, forse è arrivato il momento di indirizzare gli enormi profitti di questo settore verso la produzione di energia rinnovabile, escludendo da questa quella di produzione nucleare che non lo è.

Finalmente è arrivata l’ora di uscire dall’età del fuoco!

Riflessioni post covid19 – parte 1ultima modifica: 2020-04-19T17:42:43+02:00da domenico_barone6
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