Riflessioni sulla crisi

La crisi c’è, l’avvertiamo chiara e forte. Questo è un dato oggettivo, anche se “qualcuno” fino a qualche tempo fa ne negava l’esistenza!

Centinaia di articoli, fiumi di parole, fior di esperti, mobilitazione dei capi di Stato delle potenze mondiali, ma le soluzioni sono adeguate?

Perché non siamo di fronte ad una crisi passeggera, siamo alla crisi del sistema economico che ha caratterizzato gli ultimi due secoli della nostra storia.

Può la classe dirigenziale formata alla scuola di pensiero che ha creato la crisi, trovarne la soluzione? In altre parole può il “sistema” in crisi trovare l’antidoto alla crisi di se stesso?

La risposta a questa domanda penso che sia ovvia: non è possibile che si possa curare il malato utilizzando metodi e rimedi appartenenti alla filosofia di vita che lo ha fatto ammalare.

La globalizzazione, la legge del mercato, il capitalismo disumanizzato hanno esaurito il loro ciclo, le tossine immesse nel sistema Mondo, sotto tutti i suoi aspetti, stanno da tempo provocando più effetti negativi che “benessere”, è necessario abbandonare la vecchia mentalità ed abbracciare le nuove teorie socio-economiche emergenti.

I periodi di crisi devono essere l’occasione per  prendere decisioni definitive e innovative. Allora le soluzioni non le possono dettare le banche e gli speculatori che si sono arricchiti, creando debito e povertà; la soluzione non può essere: far pagare i debiti a coloro che perdono i loro diritti, il loro lavoro, la loro posizione sociale; la soluzione non può essere: dare più privilegi a chi già ne ha molti; la soluzione non può essere: vendere il patrimonio di tutti a chi, è facile intuire chi possano essere, può permettersi oggi di comprarlo; la soluzione non può essere: mandare a spasso centinaia di migliaia di lavoratori; e via discorrendo. Perché se queste sono le soluzioni, si fa bene a scendere in piazza e protestare fermamente!

La soluzione sta nel ragionare nuovo, nell’innescare circoli virtuosi:

– diminuire le tasse sul lavoro, tassando chi è ricco, inquina e consuma capitale naturale;

– incentivare l’agricoltura biologica, il km zero, tassando l’agricoltura intensiva, invasiva ed energivora;

– incentivare il risparmio energetico, il riciclo dei materiali e la produzione di energia rinnovabile, tassando chi spreca, chi consuma materie prime, chi produce gas serra;

– dare servizi sociali a chi ne ha bisogno, facendo pagare chi se li può permettere;

– dare una funzione socio economica attiva ai pensionati, perché far lavorare le persone oltre certi limiti di età, diminuisce l’efficienza del sistema produttivo, blocca il ricambio generazionale a tutti i livelli e in tutti i settori, creando un danno superiore al risparmio ottenuto sulla spesa pensionistica;

– investire sulla scuola pubblica, risparmiando sulle opere faraoniche inutili, sulle missioni militari all’estero, sugli enti inutili, sulle spese della politica;

– finanziare la ricerca e la formazione, detassando gli investimenti in questi settori e tassando i patrimoni;

– incentivare la mobilità pubblica, tassando la mobilità privata proporzionalmente al suo grado di inquinamento;

– incentivare il trasporto su ferro, tassando il trasporto su gomma oltre certi limiti chilometrici;

– e cosi via…

In questo modo si comincerebbe a percorrere la strada per dare futuro ai giovani, stabilità agli adulti e serenità ai vecchi, per costruire un mondo migliore.

Ottobre 2011

Riflessioni sulla crisiultima modifica: 2011-10-10T18:57:47+02:00da domenico_barone6
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